Gli edifici religiosi

Gli edifici religiosi

Uno degli aspetti più caratterizzanti dell'insediamento urbano di Oliena è indubbiamente l'elevato numero di chiese che sorgono nell'abitato. Gli undici edifici religiosi ricordati da Vittorio Angius nel 1843 sono tuttora visibili, anche se, oggi come allora, due sono naturalmente le chiese emergenti per importanza e dimensioni: la chiesa ex-gesuitica di S. Ignazio e l'antica parrocchiale di Santa Maria, entrambe fornite di un «peso» urbanistico notevole, sia per la posizione, sia per gli svettanti campanili.


A questo si aggiunge un insieme di chiese minori, alcune un tempo ai margini dell'abitato, oggi tutte (tranne Nostra Signora di Bonaria) inglobate nel paese. La propaganda della fede e la conseguente fondazione di nuovi luoghi di culto, grandemente incoraggiati dalle istanze della Controriforma, possono spiegare l'abbondanza di chiese, legate spesso a confraternite e favorite dalle buone condizioni economiche dei paese, soprattutto nel Sei-Settecento. Vi erano due chiese appartenenti a ordini religiosi, mentre un condaghe testimonia l'esistenza della chiesa di San Leo (i conti vanno dal 1615 al 1635), presente nella toponomastica odierna, come del resto la piazza “Sant'Idogli”, che ricorda una chiesa medioevale, di San Giorgio, non più menzionata dal Seicento. A parte le due chiese maggiori, complesse urbanisticamente e planimetricamente, si può ipotizzare per le altre uno schema planimetrico costante pur con qualche variazione:
- aula unica con archi di rinforzo sostenuti da pilastri che esternamente, talvolta, divengono contrafforti;
- campata terminale che diventa presbiterio;
- copertura a spioventi, in alcuni casi con tavolato di legno;
- campanile a vela, spesso con bizzarre variazioni decorative;
- arredo interno, sovente ricavato in economia nella muratura.

Testo di Franco Masala

 

Data di ultima modifica: 09/02/2017

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